L'agnello vegetale

Conosciuto anche col nome latino di Planta Tartarica barometz, l'agnello vegetale della Tartaria è una creatura mitologica originaria dell'Asia centrale. (dal tartaro barometz = agnello)

Come la Mandragora, è costituito da un essere vivente a metà tra il vegetale e l'animale. Questa pianta fantastica, che dà come frutto una o più pecore, grida con voce umana quando viene estirpata. Intorno al borometz non possono sopravvivere altre piante e a tagliarla ne esce una linfa simile a sangue.

Sempre la leggenda dell'XI secolo, racconta che anche i batuffoli del cotone sono minuscole pecore, attaccate alla pianta per mezzo del loro cordone ombelicale. L'arbusto del cotone può piegarsi per permettere alla pecora di brucare. Una volta esaurita l'erba attorno, la pecora scende dal barometz lasciando morire la pianta. Tale mito, che nel Medioevo servì a spiegare l'esistenza del cotone, si basa sulla conoscenza di una pianta reale, lanuginosa e con radici a fittone, il cui nome scientifico è Polypodium borametz.

L'agnello vegetale è descritto anche da Thomas Browne nel terzo libro dell'opera "Pseudodoxia Epidemica", da Diderot nell'articolo "Agnus Scythicus" dell'Encyclopédie e da Borges e Margarita Guerrero nel loro "Manuale di zoologiafantastica".

Sir John Mandeville

"Sir John Mandeville" è il nome che si attribuisce l'autore del libro "The Travels of Sir John Mandeville", apparso per la prima volta in area anglo-normanno-francese tra il 1357 e 1371.
L'autore si definisce "Sir John Mandeville, cavaliere" nato e cresciuto in Inghilterra, nella città di St. Albans. E' però opinione diffusa che Sir John Mandeville sia un nome di fantasia e che l'autore possa essere un certo francese Jehan a la Barbe oppure il fiammingo monaco benedettino Jan de Langhe.

Il libro scritto nel 1322 narra di viaggi presunti e fantastici, di natura estremamente inaffidabile. L'autore asserisce d'aver visitato il mondo intero: dai paesi latini all'Asia Minore, dall'Etiopia all'India, dalla Russia alla Terra Santa... Sir John Mandeville è stato a Parigi e Costantinopoli, ha servito il Sultano d'Egitto e l'imperatore della Cina. Racconta che gli è stato offerto un matrimonio principesco e una grande tenuta a condizione di rinunciare alla propria fede cristiana e d'aver ricevuto la benevolenza del Papa a Roma.

Un'ampia analisi letteraria testimonia che almeno una parte della storia di Mandeville è pura invenzione. Molte vicende sono state prese in prestito da fonti letterarie, intervallate da leggende e racconti di pellegrini viaggiatori. La narrazione fiorisce di finzione e stravaganza, con mostri, ciclopi, antropofagi, uomini le cui teste sono cresciute sotto le spalle, una fenice e coccodrilli piangenti.
La pianta del Cotone, immaginata e disegnata da John Mandeville (a sinistra), "Cresceva in India come un albero meraviglioso che portava piccoli agnelli alle estremità dei suoi rami. Questi rami erano così flessibili che si chinavano per consentire agli agnelli di cibarsi brucando l'erba a terra".

Tradotto in moltissime lingue, il libro di Mandeville ha acquisito una popolarità straordinaria. E' stato un riferimento per Cristoforo Colombo e ne è stato fortemente influenzato anche Marco Polo nel suo "Il Milione".

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